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"Minimal Contrasts" by Mitsunori Kimura & Tan RuYi.

Tan and Kimura Press is pleased to announce Mitsunori KIMURA, TAN Ru Yi are participating in 2 persons show 'Minimal Contrasts' curated by Claudio Cosma at Sensus luoghi per l'Arte Contemporanea, Florence, Italy.



Mitsunori Kimura, Above the horizon, 2013 - Tan Ruyi, The short bench (double head), 2013/2014


Minimi contrasti – Mitsunori Kimura e Tan Ruyi
a cura di Claudio Cosma
da venerdì 28 febbraio 2014 ore 18, fino al 31 maggio
www.sensusstorage.com


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Sensus Luoghi Per L'Arte Contemporanea
Mitsunori Kimura
Tan Ru Yi




Minimi contrasti, Mitsunori Kimura e Tan RuYi. Nelle sedi di Sensus a Firenze e Fiesole

Minimi contrasti, Mitsunori Kimura e Tan RuYi. A cura di Claudio Cosma.
Fondazione Sensus, v.le Gramsci 42 Firenze e Sensus Vetrina, p.zza Mino 33 Fiesole.
Fino al 31 maggio 2014, orario: venerdì e sabato dalle 18 alle 20.
www.sensusstorage.com

Per capire la mostra di Mitsunori Kimura bisogna intenderla come una veduta paesaggistica e con la volontà di saper discernere da come abitudinariamente guardiamo il panorama a come la natura che lo compone vorrebbe essere guardata. Io mi riferisco ad un panorama fatto di natura, senza tracce umane, ma dove l'umano che osserva si muove discretamente come un abile birdwatching, attento financo ai propri odori e senza lasciare tracce. Odori e tracce sono aspetti peculiari del lavoro di Kimura, le sue sculture sono appunto tracce e sono ricavate scolpendo il legno di canfora.
La natura, comunque artificiale della galleria ci fa riflettere a come questa natura sia presente dappertutto ma che si riveli solamente nei dettagli, nei particolari, nelle zone non osservate. L'osservatore deve disimparare a guardare, deve rompere la consuetudine a cercare l'inquadratura e il soggetto di questa, privilegiando ciò che si trova al centro, come se la natura osservata costruisse una storia in funzione di chi guarda e la ponesse esattamente come punto prospettico, alla maniera di un artista del passato che compone un quadro, con attenzione ai pesi e agli equilibri e un protagonista nella parte importante e gli episodi secondari sfalsati e allontanati dal centro. In un paesaggio non è rappresentata la realtà, un panorama è solo un colpo d'occhio, la realtà si trova negli innumerevoli frammenti che lo compongono.
Kimura ha capito questo e lo mette in scena, la stanza dove sono collocati i suoi lavori è un unico frammento di realtà, nessuna parte guardata è quella principale, esattamente come un panorama al di fuori del citato colpo d'occhio è formata da innumerevoli componenti che si collocano ognuno sullo stesso piano di importanza. Ogni singola foglia di un albero, ogni singolo filo d'erba che compone un nido d'uccello o il tappeto di un prato, ogni raggio di luce, ogni fruscio, ogni odore, ogni parte viva e ogni parte morta, sono nella realtà della natura, senza importanza e senza merito, senza guadagno e senza perdita. Così nel lavoro di Kimura, il suo lavoro va cercato, senza protagonismi, senza priorità, ogni cosa conseguente eppure autonoma. Un ottagono costituito da otto pannelli di legno sistemati in modo che rimangano inclinati, dal titolo “Above the horizon”, rimanda inequivocabilmente alle vedute storiche del Monte Fuji, perennemente innevato, ma proprio come in queste vedute non ha la centralità della stanza e sta lì come di sfuggita, il pavimento come una pianura ospita un gatto che corre, il muro ospita alcuni uccellini nei suoi anfratti, un alberello ne nasconde altri, un braccio nudo pare ghermirci, un uomo primitivo è appollaiato vicino ad un koala e l'atmosfera è pervasa dal balsamico odore della canfora.
Ma non è una natura idilliaca, tutto può leggersi tinto di inquietudine, il biancore abbacinante della stanza e delle sculture paiono come calcinati da un immenso calore, gli uccellini, sono costretti in un vicolo cieco e nascondono la testa che probabilmente non hanno più, il gatto, forse, non accelera l'andatura ma è preda di una metamorfosi, il braccio non ha corpo, il primate col suo strano compagno guardano senza incanto il Monte Fuji immobile e immacolato. In tutto questo, l'eco sensibile del disastro nucleare di Fukushima si accompagna al desiderio dell'artista di dislocare le sue opere al di fuori di ogni centralità, di fornirle di quella vitalità minore che pare accompagnare l'esistenza dei più, senza clamori, in una sintesi assolutamente giapponese di bellezza e semplicità.
L'altro artista, una donna, moglie di Kimura, si chiama Tan Ruyi, è malese, nata a Kuala Lumpur e per questa mostra ha scelto due tipologie di opere, una scultura maestosa fatta di mollette da bucato variopinte e di diverse grandezze e una serie di delicati collage con tracce di matita, inchiostro e acquerello, solo apparentemente in contrasto fra di loro, in quanto le diverse dimensioni sono compensate dalla reciproca grazia dellìesecuzione.
Anche il lavoro di Tan RuYi si può leggere come un paesaggio, senza prospettiva geometrica ma con quelle accortezze tipiche degli artisti orientali atte a collocare e rappresentare sul foglio le cose meno importanti con colori più chiari o sfumati e ridotti in grandezza se più lontani dall'osservatore e all'inverso più scuri e dettagliati se vicini. I suoi collage dove gli oggetti del vivere quotidiano si mescolano per formare nuovi sembianti dove un volto può avere al posto degli occhi due fichi tagliati a metà. Il rimando alle stampe Ukiyo-e pare inevitabile come pure il rispetto delle regole
della filosofia Zen con i suoi raffinati precetti. Un paesaggio in ogni disegno dove fluttuano a comporlo le immagini di pesci, frutti, animali terrestri e del cielo, abiti, uomini e le stesse cose scomposte e ricomposte in un elegante e colorato apparente disordine dove il curioso animale il cui corpo è fatto da miriadi di mollette, come il drago insonne delle fiabe monta la guardia, attento e guardingo.

Claudio Cosma

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